CONVENTO DI CORNETO

Il Convento di Corneto è un luogo francescano, certamente quello storicamente più antico di Ascoli Satriano. La sua origine è legata alla presenza in Corneto del Frate Beato Benvenuto da Gubbio. Non è possibile stabilire se il nucleo di Frati sorse intorno a Benvenuto o se al suo arrivo a Corneto nel 1224 il nucleo era già costituito. La prima dimora della comunità dovette essere certamente qualche modesta casa costruita dagli stessi Frati. Informazioni dirette sul periodo di primo insediamento della comunità francescana a Corneto non esistono. Qualche notizia la ricaviamo dal "Dialogus de gestis Sanctorum Fratrum Minorum", opera scritta da Frà Tommaso da Pavia nel 1245, tredici anni dopo la morte di Frate Benvenuto. Il "Dialogus" riporta l'inchiesta sulla vita di Benvenuto da Gubbio, condotta nel maggio del 1236 dai Vescovi Richerio di Melfi, Risandro di Molfetta e Buono di Venosa, disposta dal Papa Gregorio IX con la "Bolla" del 22 marzo 1236 "Mirabilis Deus in Sanctis suis". Dalle testimonianze riportate dall'inchiesta in quattro di esse si parla di "luogo dei frati e di altri frati". La prima testimonianza ci parla di un Frate Nicola, Guardiano dei Frati in Corneto. Nella decima testimonianza apprendiamo che Frate Benvenuto chiede in prestito un giumento per trasportare tegole da servire da copertura al "luogo dei frati". Nella  trentaduesima testimonianza Frate Nicola, Guardiano, è testimone del miracolo al figlioletto della Matrona di Pescopagano. Nella quarantesima testimonianza un tale Frate Egidio dichiara che ha vissuto per otto anni con Frate Benvenuto, che lo  aiutò in un momento di grave tentazione, infine, nella quarantatreesima testimonianza apprendiamo che il Guardiano, Frate Nicola, è originario di Traiceto. E' certo, pertanto, che la struttura che ospita la comunità di frati francescani di Corneto è anteriore al 1232, anno della morte di Frate Benvenuto, E' designata come "luogo dei frati", governato dal Guardiano Frate Nicola da Traiceto, il quale è ancora Guardiano nel 1236, anno dell'inchiesta e a cui partecipa come testimone. Frate Nicola forse è il fondatore della comunità francescana di Corneto, tenuto conto che ricopriva già la carica quando Frate Benvenuto era ancora in vita. Non è irragionevole supporre che la comunità sia stata fondata in occasione della venuta di S. Francesco in Puglia, nel 1221. Che la costruzione del "luogo dei frati" era stata costruita e mantenuta dagli stessi è dimostrato dal fatto che Frate Benvenuto stesso andava a chiedere in prestito "uno giumento" per il trasporto delle tegole necessarie alla copertura della loro casa. La fama dei miracoli del Beato Benvenuto innescò certamente un pellegrinaggio di speranza negli abitanti dei terrirotio circostante ed oltre. Ciò provocò la crescita della comunità dei frati francescani. I numerosi fedeli che si portavano a Corneto, certamente lasciavano offerte ai frati, che le utilizzarono per trasformare la casa "luogo dei frati", in un vero e proprio convento. Dall'inchiesta su Frate Benvenuto da Gubbio, nelle 43 testimonianze raccolte apprendiamo che i miracoli descritti hanno interessato undici uomini, diannove donne, sei bambini e otto bambine. Le città di provenienza di questi soggetti erano così suddivise: 12 di Corneto, 2 di Dordona (Ordona), 1 di Sant'Agata di Puglia, 1 di Salsola, 1 di Bandela (Candela), 1 di Montemarano, 1 di Montana, 1 di Foggia, 1 di Lusiano, 1 di Melfi, 1 di Guadiano, 1 di Minervino, 1 di Pescopagano, 1 di Quisileo, 1 di Altopasso, 1 di Adimola, 1 di Traiceto per complessive 15 città e località. Per 14 soggetti non è indicata nessuna località, presumibilmente erano di Corneto. Riguardo ai miracoli 31 si riferivanoa guarigioni da malattia, 2 incidenti fisici, 2 resurrezioni, 2 testimonianze sulla conservazione delle spoglie del Beato, 2 induzioni di verità, 1 liberazione di un campo da bruchi. delle professioni dei soggetti interessati ai miracoli 1 era milite e conestabile, 2 militi, 1 arciprete, 1 guardiano della casa dei frati, 1 sacerdote, 1 converso (frate laico).  Quattro miracoli  avvennero quando il Beato Benvenuto era ancora vivo, 39 toccando le spoglie esposte nella Chiesa di S. Pietro o successiva,mente sulla sua tomba. Del convento di Corneto, come quello di Ascoli, è registrato la presenza per la prima volta nel "Polichronicon" o "Provinciale Vetustissimus" del 1334, successivamente lo troviamo nel "Codex impressus" nel 1385 e nel Codex Aracoelitanus" del 1418. Nel 1200 Corneto era una comunità abbastanza sviluppata demograficamente, recintata da mura con torri e baluardi, ubicata sul terrazzo destro di erosione della Marana Castello Superiore, a valle della odierna Masseria di Corleto, in direzione di Torre Alemanna (iattualmente in agro di Cerignola). Versdo oriente aveva giacitura orizzontale, mentre a occidente si affacciava su un dirupo che si raccordava all'alveo della Marana. Con la pianta a forma di quadrato, se ne conoscono le dimensioni che erano 190 per 199 passi, contava tre porte: una verso Ascoli e Candela, una verso Cerignola e l'altra verso Torre Alemanna. Fuori le mura erano presenti anche dei Borghi, come quello di S. Angelo. Altro Borgo fu oggetto di contesa tra l'Abate dei Benedettini di Venosa e quello dell'Abazia di S.Sofia di Benevento. Il convento francescano forse era fuori la porta che dava verso cerignola. Il Casale di Corneto, fin dal 1096 entrò a far parte del Feudo dell'Abazia benedettina della SS. Trinità di Venosa, quando fu donato da Roberto, Conte del Principato, ai trinitari venosini ed annesso al loro Feudo che comprendeva già la metà della citta di ASscoli. Corneto, alla morte di federico II, si schierò con Manfredi e gli Svevi, ciò ne provocò la distruzione da parte di carlo d'Angiòà nel 1268, che ordinò anche l'abbattimento delle mura. Dopo la distruzione, Carlo d'Angiò, evidentemente, ne autorizzò la ricostruzione, se in Corneto nel 1310 e 1325 troviamo funzionante la Chiesa che è quaklificata a livello di arcipretura ed il cui Capitolo paga al papa decime superiori a quelle pagate dal Capitolo della Cattedrale di Ascoli. Il destino del Casale di Corneto è segnato per sempre durante la guerra scoppiata nel 1347 tra Giovanna I d'Angiò e Ludovico, Re d'Ungheria, quando subisce saccheggi e distruzioni da cui non si risolleverà più. Dalla "Crinaca" di Domenico di Gravina (1333-1350), apprendiamo che in quel periodo, un flusso migratorio di oltre 1500 cittadini di Corneto si spoata su Foggia. Un esodo senza ritorno perché da allora di Corneto e del suo popolo non rimarrà più traccia. Se il "Codice Aracoelitano" riporta il Convento ancora funzionante nel 1418 è ragionavole ritenere che in Corneto sia stato ricostruito almeno un Borgo rurale e che la casa francescana è rimasta aperta almeno fino al 1586, anno di redazione delle "istoriae Seraphicae Religionis" di frà Rodolfo da Tossignano, in cui è riportato nell'elenco dei conventi francescani di Capitanata (provincia di Foggia). Il seme francescano a Corneto dava ancora i suoi frutti se nel 1500 diede i natali ad un'altra notevole figura di francescano di cui si hanno scarse notizie e cioè il Beato Frà Ludovico da Corneto. Egli fu Lettore di singolare semplicità, di fervente orazione e liberatore di ossessi. Frà Ludovico da Corneto morì nel convento di S.Maria di Stigliano di S.Marco in Lamis nel 1560, come si legge nel "Necrologio dei Frati Minori della Provincia di S.Michele Arcangelo in Puglia" (1951).