S. POTITO MARTIRE DI ASCOLI SATRIANO - CONCLUSIONI DELL'OPERA

Dal dattiloscritto di Antonio Mottola: "San Potito martire ascolano" del 1989 si legge:

"La ricostruzione scientifica, operata in questo lavoro sulla scorta dei documenti storici e inediti e seguendo i criteri della scuola critica agiografica del Delehaye, in particolare attraverso le coordinate topografiche (luogo del martirio) e cronologia (data del martirio e sua celebrazione), ci ha portato alle seguenti conclusioni:
1) San Potito non è frutto di pura fantasia, ma una persona realmente esistita;
2) è nato ed è vissuto, nel breve tratto della sua esistenza terrena, nella città di Serdica dell'Apulia, cioè ASCOLI;
3) si ritira in contemplazione "ad Pyrum" (posto localizzato unanimemente nei pressi della suddetta Serdica) e a Gargara (localizzabile sul Gargano);
4) fu martirizzato nell'Apulia tra due stazioni della via Herculia - "Sentianum" e " Junianum" - sul fiume Calaggio-Carapelle il 13 gennaio, tra gli anni 166-168;
5) il dato storico-culturale, in particolare, ha evidenziato l'esistenza di un costante culto a San Potito, a partire dalla fine del secolo IV, in varie parti d'Italia, e un culto speciale in Ascoli Satriano, certamente documentabile dal secolo XII e tuttora vivissimo.
Da tutto ciò si può legittimamente ritenere che Ascoli Satriano con il suo territorio costituisca il luogo d'origine, della vita, del martirio e del culto principale al giovane martire san Potito".