LA STORICITA' DI VIA STINCI o STINGI di ASCOLI SATRIANO dal 1300 le strade n.2 e n.5 sono "ad stincos" e " de stincis"

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Sabato, 14 Luglio, 2018

Con la deliberazione n. 79 del 21/06/2018 (Prot. n. 6478 del 28/06/2018), avente per OGGETTO: Ridenominazione Strada Ascoli Satriano-Scalo Ferroviario, detta anche Stingi a "VIA ENZO FERRARI", la Giunta Comunale di Ascoli Satriano disponeva di ridenominare "Via Enzo Ferrari" quella che da secoli era denominata "Via Stingi". Credo che tale deliberazione stinga o estingua un intero capitolo della storia di Ascoli Satriano, perché:
• quella via deve la sua denominazione al fatto che essa collegava il monastero degli Eremiti di Sant'Agostino di Santa Maria del Popolo alla mezzana di loro proprietà di ben quarantadue versure "sita nel luogo detto li Stinci"(Onciario della Città di Ascoli 1753, a cura di Antonio Ventura, Claudio Grenzi Editore, Foggia 2006, c. 377, p. 241);
• nel 1659, Ferdinando Ughelli, tracciando i confini del territorio ascolano, scriveva: "Et a pede Arpi ferit ad caput Fatzeoli, ubi est copia Stincorum, et vadit usque ad locum, qui vocatur antiqua Ecclesia, ubi maxima petia est ficta in loco, ubi surgit fons, et tendens ad seram de stinchis iuxta Virgineolum, ubi surgit aqua, et inde transit ad vadum fici"(Italia sacra, tomus septimus, Typis Vitalis Mascardi, Romae, MDCLIX, p. 1361);
• nel 1678, il Glossarium mediae et infimae Latinitatis del Du Cange, alla voce 'STINCUS', citando proprio la già ricordata pagina dell'Ughelli, precisava: "Italis Stinca est montis apex"(t. 7, col. 599b);
• la prima edizione del Vocabolario degli Accademici della Crusca del 1612, alla voce 'STINCA' (p. 850), precisava: "Voce disusata. Qui par che voglia dire, salita, o cima". Riportava, poi, come esempio, un passo della Cronica trecentesca di Matteo Villani, in cui si legge: "Più altre terre poste in fortissimi luoghi, in su la stincadella montagna"(Historia di Matteo Villani, In Venetia. MDLXII, Libro Ottavo, cap. CIV, p. 485). Nella sua quarta edizione del 1729-1738, il Vocabolario degli Accademici della Crusca aggiungeva, a commento del passo di Matteo Villani: "pare, che vaglia lo stesso, che Cima, o Schiena, Lat. clivus, iugum"(vol. 4, p. 746);
• ben si addiceva, quindi, la denominazione "STINCI" alle quarantadue versure del monastero agostiniano di Santa Maria del Popolo, giacché quella proprietà monastica, che partiva dalle falde del medesimo monastero e arrivava fino alla piana del Carapelle, era costituita da una serie ininterrotta di clivi e declivi, cioè, per l'appunto, di una gran "copia Stincorum";
• pertanto, la denominazione "STINCI", legata all'andamento del terreno, ha, come la proprietà monastica, un'origine medievale, giacché, nel 1300, come si legge nella Memoria Antiquitatis, Situs, ac Regiminis Asculi Dauniae, cui accedit series suorum episcoporum usque ad annum 1853, posta in appendice alle Costituzioni del Sinodo diocesano del 1853 (Synodales Constitutiones, et Decreta ab illustrissimo et reverendissimo Domino Leonardo Todisco Grande Asculan. et Ceriniolen. Episcopo edita, et emendata in sua prima diocesana Synodo celebrata die decima Aprilis et duobus diebus sequentibus anni 1853 in Cathedrali Ecclesia Asculi Satriani, Neapoli, ex typis Iosephi Guerrera, 1853: "in Civitate hac Regularium virorum Coenobia usque ad diem 15 Octobris 1809 tres numerabantur, videlicet, Monasterium Fratrum Eremitarum S. Augustini, fundatum in anno 1300"), i monaci agostiniani avevano fondato, nel quartiere Serra, ossia sull'attuale collina del Castello, il monastero di San Pietro, all'arco di Peppe Carrara; ma, quando il terremoto del 1343 danneggiò irrimediabilmente il monastero, gli Agostiniani si trasferirono in Via Ospizio 11 e, nel 1379, fondarono nei pressi la chiesa di Sant'Agostino, poi detta di Santa Maria della Misericordia (P. ROSARIO, Dall'Ofanto al Carapelle. Storia di Puglia dai tempi più vetusti alla costituzione italica. Parte II. Ascoli Satriano nell'evo medio e moderno, N. Coluccelli, Ascoli Satriano, 1899, pp. 221-222); la svolta decisiva avvenne, quando, nel 1397, proprio uno dei monaci agostiniani di quel monastero, l'ascolano Francesco Pascarello, fu nominato vescovo di Ascoli, dove tenne l'episcopato fino al 1419 (A. SILBA, Frammenti di storia nella città dei tre colli. Ascoli Satriano in tre antichi documenti, Centro Grafico Francescano, Foggia 2007, p. 157): fu proprio questo vescovo agostiniano ascolano a convincere la famiglia ascolana Lizza a far costruire, fuori le mura, un altro monastero agostiniano, quello di Santa Maria del Popolo, dotandolo di quella enorme proprietà; tutto ciò fu poi ratificato da un Breve papale di Alessandro VI; e fu così che ebbe origine la denominazione "STINCI" sia della proprietà monastica che di quella via, che, portando dal monastero alla proprietà monastica, veniva quotidianamente attraversata da proprietari, affittuari, fruitori, lavoranti, ecclesiastici, borghesi e popolani, come si evince, ancora nel 1753, dall'Onciario (cc. 31, 34, 37, 56, 60, 70, 83, 110, 114, 122, 129, 149, 151, 181, 183, 190, 192, 272, 280, 321, 356, 365, 377, 442, 459, 481, 491, 493);
• i monaci agostiniani, che avevano i due monasteri, l'uno entro le mura e l'altro fuori le mura, introdussero l'usanza di portare processionalmente, nell'ultima domenica di aprile, l'immagine della Madonna della Misericordia nella chiesa di Santa Maria del Popolo del loro monastero, affinché i lavoratori che percorrevano la via Stinci potessero pregare prima di recarsi al lavoro; nella prima domenica di giugno l'immagine sacra veniva poi riportata nella sua sede abituale (P. ROSARIO, Dall'Ofanto al Carapelle, cit. p. 222).
Dunque, per tutti questi motivi, mi sembra inopportuno stingere o estinguere la memoria collettiva della comunità ascolana e, poiché in tutte le citate carte dell'Onciario è costante la denominazione "li Stinci", mi sembra, invece, opportuno, anziché introdurre una denominazione estranea, straniante ed estraniante, limitarsi saggiamente a ripristinare la denominazione corretta "Stinci" al posto di "Stingi".
04/07/2018 Francesco Capriglione
Il sindaco avv. Vincenzo Sarcone risponde e chiarisce il 6 luglio 2018
Ho letto l’articolo con il quale veniva riportato il pensiero del professore Capriglione circa l’inopportunità di intitolare una strada, diventata di recente via, ad Enzo Ferrari. Ebbene facciamo chiarezza.
Con deliberazione di Giunta Municipale n. 79 del 21/08/2018, il Comune di Ascoli Satriano, in seguito all’ampliamento del perimetro urbano, ha voluto ridenominare la strada comunale n. 2 identificata, nel piano delle strade, come “Ascoli Satriano – Scalo Ferroviario”, con il nome di “via Enzo Ferrari”.
Il professore ha confuso la strada comunale n. 2, pensando che la nuova intitolazione venisse fatta alla strada denominata “Via Stingi”, cioè quella numerata con il n. 5 che congiunge Ascoli Satriano con l’Ascoli -Ordona e pertanto non conoscendo il Piano delle Strade, ha confuso la strada n. 5 denominata via Stingi, con la Strada n. 2, che attualmente è senza nome.
Da una precisazione di un monaco agostiniano, tuttavia, differenziare la strada comunale n.2 (Ascoli-Scalo oggi via Enzo Ferrari) dalla strada comunale n.5 (Ascoli-Ordona cioè via Stingi per l'amministrazione comunale) non ha senso perché esse non sono da ritenersi distinte e diverse infatti, egli precisa che, "quando l'ascolano vescovo di Ascoli dal 1397 al 1419, Francesco Pasquarello, già monaco agostiniano del nostro monastero di Ascoli di Puglia, si recava a visitare le nostre terre, site "nel luogo detto li Stinci", scendendo per la strada ora denominata n. 2 ma allora detta via ad Stincos e risalendo per la strada ora denominata n. 5 ma allora detta via de Stincis, osservava ed esplorava tutta la nostra proprietà, perché le due vie erano, in realtà, un'unica via, che correva attraverso tutti li Stinci (Cfr. Luigi Torelli, Secoli Agostiniani overo Historia Generale del Sagro Ordine Eremitano. Tomo Sesto. In Bologna. Per Giacomo Monti. MDCLXXX, p. 339, n. 7). Ma questo risulta già sia dall'istanza, presentata nel 1358 dal priore del nostro monastero di Ascoli di Puglia, fra' Nicola d'Ascoli in Puglia, come si ricava dal Registro del Generale del nostro Ordine, Gregorio da Rimini, "il quale appunto sotto il giorno 6 di Gennaio nota nel detto Registro d'hauer scritto à F. Romano Prouinciale di Puglia, acciò lo douesse informare della qualità de' Conuenti, e de' Frati della detta sua Prouincia"( Cfr. Luigi Torelli, Secoli Agostiniani, cit., p. 36, n. 2), sia soprattutto dal testo del corografo del nostro Ordine, Agostino Lubin (Cfr. A. Lubin, Orbis Augustinianus sive Conventuum Ordinis Eremitarum Sancti Augustini Chrographica et Topographica descriptio. Parisiis. Apud Petrum Baudovyn, 1659).