21° GIORNATA MONDIALE DEL MALATO

Versione stampabileVersione stampabile

Oggi 11 febbraio 2013 nella ricorrenza della memoria liturgica della apparizione della Beata Vergine Maria di Lourdes, si celebra la XXI Giornata Mondiale del Malato. Sarebbe insensata una giornata all’anno per il malato, se non fosse un modo per rimotivare il credente che soffre a vivere ogni suo giorno in comunione con il Cristo, il quale ha sofferto nella Sua vita terrena, ed ancora è Lui che oggi nuovamente patisce nel suo corpo che è la Chiesa. Da questo sito web riproponiamo dei brani (già ospitati nel terzo numero di 'Cronache della Cattedrale' -http://www.anspiascolisatriano.it/files/files/1575/cronache_della_catted... - pubblicato a due anni dalla scompars del compianto Mons. Leonardo Cautillo, per quarant'anni parroco della Cattedrale di Ascoli Satriano) della testimonianza resa da Mons. Corecco, Vescovo di Lugano, che nel 1994, affetto da un male incurabile, dette ad un gruppo di malati della sua Diocesi. "... mi sono chiesto perché la Chiesa sente il bisogno di portare gli ammalati a Lourdes...non è solo per aiutarli ad arrivare fino ai piedi della Madonna per chiedere la grazia della guarigione spirituale o fisica...credo che questo gesto della Chiesa nasce da un bisogno più profondo che supera l'esigenza e la situzione di ogni persona. E' quello di dire e mostrare che la malattia, nell'esperienza della comunità cristiana, ha un valore profetico. Portando gli ammalati a Lourdes vogliamo esplicitare questo valore della malattia perché essa è sempre un segno della morte, sta in questo il valore profetico dell'esssere ammalati. La malattia non è solo momento profetico che anticipa quello che sarà il momento finale, ma è anche grazia,anche se è molto difficile dirlo perché urta contro il buon senso, urta, apparentemente, contro la ragione! Eppure è profondamente vero perché, se esaminiamo quello che avviene in noi durante la malattia , se la viviamo in modo cristiano, ci accorgiamo che la malattia è una grazia. Infatti essa cambia il nostro rapporto con il Signore, ci avviciniamo sicuramente a Lui, preghiamo di più, fosse anche solo per invocare la guarigione...una preghiera legittimamente interessata. La malattia ci cambia perché ci fa toccare proprio con le mani la solitudine che abbiamo dentro di noi... ci sono, infatti, momenti durante la malattia in cui una persona capisce che, in ultima analisi, la questione è sua... nessuno può supplirlo...sente la propria finitezza e di questa finitezza capisce che c'è una sola Persona che può riempirla, perché questa Persona è qualcuno più grande di lui, è Colui che ci ha dato la vita".