CHIESA E MONASTERO SAN POTITO A NAPOLI
Il D'Aloe, nel XII secolo, scrive: "S. Potito Martire era una chiesa con un monastero di monaci dell'Ordine di S.Basilio molto antico fondato circa l'anno 350 nella regione di Pozzo Bianco ...dopo molti anni fu lasciato da detti monaci, e vi furono introdotte monache dell'istesso ordine, e poi in processo di tempo presero la regola di S.Benedetto" [S.D'Aloe, Catalogo di tutte le chiese ed oratorii di Napoli, Napoli 1885, p.167].
La chiesa di San Potito è una Chiesa di Napoli localizzata sull'omonima collina (detta anche la Costagliola) nei pressi del Museo Archeologico Nazionale. La chiesa fu eretta nella prima metà del Seicento da Pietro De Marino, in un luogo dove sorgeva una struttura religiosa appartenuta alle monache basiliane prima ed alle benedettine poi; fu oggetto di un restauro nel 1780 ad opera dell'architetto Giovan Battista Broggia, secondo lo stile barocco. L'interno, composto da un'unica navata, conserva, tra le altre opere, la Madonna del Rosario realizzata da Luca Giordano e l'Immacolata dipinta da Giacinto Diano. Subì numerose spoliazioni di opere d'arte nel 1808 con il complesso conventuale che fu adibito alla fanteria prima e quindi all'uso degli ufficiali per decreto di Francesco I di Borbone; le monache che ivi dimoravano dovettero essere trasferite in San Gregorio Armeno.
Nel 1877 fu realizzata la scala che garantiva l'accesso dalla via Pessina mentre l'ex-monastero, in cui vi è un bel chiostro panoramico, fu successivamente destinato a caserma dei Carabinieri.
Il Monastero venne soppresso a inizio Ottocento e divenne una caserma. Tuttora vi si trova una caserma dei Carabinieri.
Il complesso, formato dalla Chiesa e dal Monastero, venne edificato nel Seicento su un progetto di Pietro De Marino, per diventare sede delle suore benedettine. Verso la fine del Settecento il complesso venne restaurato da Giambattista Broggia secondo lo stile barocco. Una gradinata conduce ad un loggiato antistante la facciata della Chiesa. L'interno, composto da un'unica navata, conserva, tra le altre opere, la Madonna del Rosario realizzata da Luca Giordano e l'Immacolata dipinta da Giacinto Diano. Il Monastero venne soppresso a inizio Ottocento e divenne una caserma. Tuttora vi si trova una caserma dei Carabinieri.
